Il piccolo edificio di culto nell’area un tempo conosciuta come “Borgo delle Grazie”, ad est del centro storico, è un bell’esempio di chiesa di campagna in stile neogotico. Venne ricavato molto probabilmente da una precedente edicola campestre, conosciuta come “La Figura”, e custodisce un’interessante immagine ad affresco (non integra) databile alla seconda metà del XVII secolo, avente per soggetto la “Madonna delle Grazie”, che dà il titolo e la dedicazione alla chiesa.
Questa fu edificata agli inizi del XVII secolo – la sua presenza è certificata a partire dal 1618 – su iniziativa della locale Confraternita delle Grazie (istituita ufficialmente nel 1774) e grazie al lascito del vicegovernatore camerale Giuliano Veneri, maceratese, nel 1632. Sono documentati dei lavori di restauro alla chiesa tra gli anni 1793 e ’96, condotti sempre per iniziativa della locale Confraternita. Oltre a quest’ultima, è nota all’interno della chiesa anche l’attività della Confraternita del Carmine, operante da metà Seicento.
In alcuni documenti risalenti al triennio 1840-’43, si esamina la richiesta delle sigaraie che abitavano in questa contrada (la manifattura tabacchi di Chiaravalle sorgeva poco distante da Montemarciano e molte donne del paese lavoravano là) di celebrare una “Festa delle Zigaraie” all’interno della chiesa delle Grazie, a loro molto cara, festa che si sarebbe tenuta da quel momento in poi ogni seconda domenica di ottobre. Questa comunità di lavoratrici, che fondò una “Pia Unione delle Sigaraie” nel 1849, esistita ufficialmente fino al 1918, si adoperò parecchio per il mantenimento dell’edificio sacro: fu infatti grazie alle offerte da loro raccolte che nel 1930 si poté procedere alla ricostruzione della chiesa, gravemente danneggiata dal terremoto che dal 30 ottobre al 20 novembre di quell’anno interessò la costa marchigiana da Ancona a Pesaro.
In quell’occasione, dovendosi riedificare dalle fondamenta l’intera chiesa, si decise di spostarla leggermente, per fare posto alla strada pubblica adiacente, intervento questo non senza conseguenze, poiché portò all’eliminazione di una parte del muro d’altare recante l’affresco seicentesco. Altre modifiche interessarono la facciata: venne infatti inserito – ancora una volta grazie, soprattutto, alle offerte delle sigaraie – il medaglione in cotto e stucco con la Madonna e Gesù Bambino realizzato da un pensionato milanese, Giuseppe Mazza.
La facciata attuale della chiesina, frutto della ricostruzione novecentesca, è a semplice rivestimento ad intonaco ed è caratterizzata da un portale architravato in pietra sormontato dal medaglione del 1930, sopra il quale si apre una monofora a sesto acuto e vetri policromi, replicata nelle pareti laterali, dove sono presenti anche delle finestre tamponate, sempre a ogiva. Sul retro dell’edificio, direttamente confinante con l’area della Villa e parco Censi Buffarini, si vede il piccolo campanile a vela, anch’esso dalle forme neogotiche.
L’interno, ad aula unica, è spoglio ma raffinato nella sua semplicità, con lo spazio presbiteriale delimitato da una balaustra e da un arco a tutto sesto; nascosto dietro il setto murario, è stato ricavato lo spazio della sacrestia. Sopra l’altare, dentro ad una nicchia, è conservata una parte consistente dell’affresco seicentesco della Madonna delle Grazie, incorniciato da due colonnine corinzie e dal timpano terminale: rappresenta la Vergine, dal volto sereno e quasi sorridente, che tiene sulle sue ginocchia il cuscino sopra cui si erge il Bambin Gesù benedicente. Hanno entrambi nimbo e corona – quest’ultima è molto probabilmente frutto di ridipinture posteriori, visto che l’opera è stata più volte rimaneggiata nel corso dei secoli – e il viso della Madonna è circondato da dodici stelle; lo scranno sopra cui è seduta è tracciato con poche, semplici linee curve, a volute. La scena è inquadrata da un baldacchino dipinto, da cui fanno capolino le teste alate dei cherubini; esiste anche un’opera pittorica ispirata a questo affresco e risalente al 1918, tuttora conservata sulla parete sinistra della chiesa. Durante il mese mariano, la chiesa viene aperta di sera per la recitazione del rosario.
Percorrendo in salita tutta via IV novembre, partendo dalla chiesa, si accede direttamente al centro storico del paese, passando di fianco a piazza Vittorio Veneto e di fronte al teatro, fino ad arrivare alla parrocchiale di S. Pietro Apostolo, uno dei monumenti sacri di maggior pregio del territorio. Per chi invece volesse fare una passeggiata in mezzo alla campagna, è possibile dalla chiesa delle Grazie girare per via Palombara e camminare nella natura, tra i continui “saliscendi” che contraddistinguono il paesaggio montemarcianese.