In piazza Aldo Moro, di fronte alla parrocchiale di San Pietro Apostolo, è stato collocato nel 1925 il monumento in bronzo e in pietra scolpito dall’artista ripano Uno Gera per commemorare i 49 soldati montemarcianesi morti nella prima guerra mondiale. Avrebbe dovuto inizialmente trovare posto a fianco della torre dell’acquedotto comunale (1899), in via San Pietro, preceduto da due file parallele di alberi, in ognuno dei quali si sarebbe posizionata una targa a memoria di ciascun caduto; si scelse alfine la collocazione attuale forse per mancanza di spazio o perché il progetto iniziale risultava troppo dispendioso.
Su un alto basamento in pietra dalle rigide forme squadrate, si ergono due figure in bronzo, di cui quella seduta è un’immagine allegorica dell’Italia, rappresentata come un’austera donna dalle eroiche ma composte fattezze neoclassiche, che ha per attributi una lancia e una corona. Essa è colta nell’atto di consegnare una statuina con l’allegoria della vittoria al milite a corpo nudo, posto ai suoi piedi, che regge nella mano destra una baionetta, arma che faceva parte dell’equipaggiamento del regio esercito. Sul basamento è stata apposta una targa in pietra che riprende la dedicazione in rosso incisa ai piedi del milite («Montemarciano ai suoi figli caduti per la Patria Guerra 1915-1918»).
Dietro il monumento si vede ancora la palma svettante, altro emblema di vittoria, piantata negli anni Trenta; oltre a questa, era presente in origine anche un piccolo abete, qui collocato in memoria di Arnaldo Mussolini, fratello minore del duce, morto nel 1931. Durante gli anni Trenta e Quaranta, la piazza diventò un luogo di raduno per i fascisti: dal balcone dell’edificio a loggiato tardo-ottocentesco, che originariamente ospitava il principale bar del paese, il Caffè Concordia, si tenevano spesso dei comizi.
Lo scultore Uno Gera nacque nel 1890 a Ripatransone (AP), paese a cui rimase sempre legato, anche dopo il suo trasferimento a Roma per perfezionare gli studi artistici e in giurisprudenza. La sua carriera fu infatti contrassegnata da queste due attività parallele, che lo portarono ad imporsi sia come abile ed eclettico scultore del Novecento italiano sia come funzionario della Corte dei Conti; tra gli anni Sessanta e Settanta inoltre fu nominato sindaco di Ripatransone e qui, una volta scaduto il suo mandato, ebbe modo di curare l’allestimento del Palazzo Bonomi Gera, di sua proprietà, oggi sede di un museo civico e di una gipsoteca a lui dedicata, con numerose opere realizzate e donate dall’artista nel corso degli anni.
La sua produzione scultorea contemplò soprattutto il genere della ritrattistica e soggetti legati al tema dell’infanzia, del gioco e della maternità, senza mai tralasciare l’impegno politico e civile, come testimoniato, oltre che dal monumento qui a Montemarciano, anche dai quattro monumenti ai caduti scolpiti per alcune città del Lazio (Montefiascone e Acquapendente, in provincia di Viterbo; Subiaco e Sant’Oreste, in provincia di Roma).