Nata a Montemarciano, lavorò per molti anni (dal 1942 al 1963) come sigaraia nella vicina manifattura tabacchi di Chiaravalle, che a metà secolo poteva vantare un’ingente produzione di sigari (quasi trenta milioni all’anno).
Iscritta al partito comunista e madre di quattro figli, la Santucci si distinse per il suo costante impegno nella rivendicazione dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori a cottimo, tra cui erano presenti anche un alto numero di lavoratori minorenni, costretti ad orari e ritmi massacranti sin dalla fine del Settecento e inizio dell’Ottocento.
Riuscì ad ottenere che le sigaraie della manifattura di Chiaravalle potessero eseguire il loro lavoro non più stando in piedi ma da sedute: fu una piccola vittoria che contribuì non poco a migliorare la situazione di tante giovani lavoratrici e madri che, per via delle loro mani più piccole e sottili, erano state sempre preferite agli uomini nella lavorazione delle foglie di tabacco.