Parco di Case Bruciate

Inaugurato il primo giugno del 2002, il parco pubblico di Marina di Montemarciano sorge nei pressi del complesso scolastico e del Palasport Menotti (costruito nel 2000), sviluppandosi su una piccola area verde, con leggera pendenza, lungo il torrente Rubiano. Deve il suo nome al toponimo (“Case bruciate” per l’appunto) in uso fino al 1938 per indicare la frazione costiera di Marina e la sua origine sarebbe da ricollegarsi alle frequenti scorrerie ed incursioni dei banditi che arrivavano sia via mare che via terra a devastare questa zona, come riferito dal cronista Leandro Alberti, frate domenicano vissuto a cavallo fra XV e XVI secolo.

Alla fine del testo, abbiamo trascritto alcuni versi in dialetto che il poeta montemarcianese Guido Moretti ha dedicato alla frazione di Marina di Montemarciano, dai tempi in cui era “Casabrugiata” (che è anche il titolo del componimento) fino al rinnovamento urbanistico degli anni Sessanta e Settanta.

E’ stata però ipotizzata un’altra derivazione per il toponimo “Case bruciate” (che compare per la prima volta nel 1446, citata nelle “Croniche Anconitane” di Lazzaro Bernabei), che potrebbe invece riconnettersi alla presenza di una fornace – dove sarebbero peraltro stati ricavati e cotti i mattoni necessari alla costruzione del Mandracchio – attestata in un’area di Marina a monte dell’osteria-deposito di Case Bruciate, e attiva a partire dal dominio di Sigismondo Malatesta su queste terre (egli ottiene il vicariato di Montemarciano ufficialmente nel 1454, anche se la dinastia si insedia qui già a inizio Quattrocento). A sostegno di questa ipotesi, rimane via delle Fornaci, che corre parallela al piccolo sentiero brecciato che fiancheggia il parco di Case Bruciate.

L’area verde, attrezzata con giochi per bambini, è sempre aperta; sono presenti anche dei punti di ristoro per il pic-nic con panche e tavolini. È possibile raggiungere questa zona da diversi punti: da via degli Olmi, da via delle Querce e da via Molinello (tutte e tre a Marina). Un altro percorso che consigliamo, a piedi o in bicicletta, è quello che attraversa il piccolo sentiero brecciato che parte da via Porcareccia (al confine tra Montemarciano e Marina) e arriva direttamente al parco, lungo il quale sono presenti due moderni ponti in legno a collegare le due sponde del torrente Rubiano.

Ogni anno, all’inizio di settembre, si tiene in questo parco la tradizionale “Festa dei Fioli” (cioè dei bambini, in dialetto montemarcianese), giunta ormai alla sua quindicesima edizione; per l’occasione, vengono organizzati dei giochi di abilità e dei laboratori pratici per bambini e famiglie, a cui la cittadinanza partecipa sempre numerosa.

 

Casabrugiata

El nom- ancora ‘j hann- armud-rnat-!

«Marina d- Mont-marcian-» s- chiama adé.

‘J Albanesi ‘na volta, ‘n so p-rché,

(la storia ‘st- fatt ‘n l’ha arpurtat-),

 

tutt- l- cas- av-v-n- inc-ndiat-!

Eva tutt’un fogh-! «Ma chi l’ha ditt-»! diré;

L’arcuntav-n- i più vecchj-! Fatt- è

ch- sol- el «Mandracchj-» s’è salvat-.

[…]

 

Dop- l’incendi è nat- Cas-brugiat-:

quattr- cas- da pogh-, gnent- d- bon!

Ma adé, fioj cari, s’è nicò arnuvat-!

 

Ormai el Centr- s’è tant- ‘largat-

Ch- guage guage, sup-ra el Paes-!

Ancora dria a Marina hann- fabbricat-

cun cert- palazzin-… all’Ingles-.

 

Una costa all’altra, mu isulat-!

El Municipi ‘na guardat- a spes-:

cià fatt-  ‘na strada ch- da già ha ‘sfaltat-,

sa cert- luc- ch- quant’enn- ‘ces-,

 

par giorn- fatt-! Po’ infilacc- n’agh-.

[…]

La Frazione nostra ha da stà in testa a tutti!

 

[Guido Moretti, poesia contenuta nel secondo volume in dialetto montemarcianese della raccolta “L- Riottul- d- jera e d’ogg-“, pubblicato nel 1971]